SignorNò è un
libro-progetto contro la guerra, pubblicato per le Edizioni SEAM, che
raccoglie, nella sua prima parte, poesie di veterani Usa di Iraq e
Vietnam, oltre ai contributi di refusenik israeliani, mentre la
seconda parte ospita testi poetici di autori e autrici nazionali e
internazionali.
Questa raccolta di versi e testimonianze, più che proporsi semplicemente come un libro (comunque dal contenuto assai povero di retorica), vuole anche essere uno strumento per realizzare progetti multimediali nel vivo del tessuto sociale, soprattutto nelle scuole e tra i giovani.
Questa raccolta di versi e testimonianze, più che proporsi semplicemente come un libro (comunque dal contenuto assai povero di retorica), vuole anche essere uno strumento per realizzare progetti multimediali nel vivo del tessuto sociale, soprattutto nelle scuole e tra i giovani.
La partecipazione attiva di
coloro che alla guerra hanno partecipato in prima persona, oltre ad
essere un’occasione di riscatto umano, è anche
un’opportunità per mostrare con disincanto le ferite
interiori lasciate da un orrore che va sempre più
globalizzandosi e che ormai trasforma persino i corpi militari delle
nazioni in eserciti di mercenari, che hanno come loro obiettivo
soprattutto il compito di far quadrare i bilanci delle multinazionali
delle armi e della ricostruzione.
Dalla fine della 2°
Guerra Mondiale ci sono state almeno 180 guerre, quasi tutte
combattute nel Terzo Mondo, promosse e armate dall’Occidente ed
hanno provocato 40 milioni di morti, oltre a centinaia di milioni di
profughi. Inoltre i conflitti tendono ad assumere un’aura di
moralità che non gli spetta, ingannando i cittadini dei paesi
coinvolti con nomi che mistificano la vera e immutabile natura
omicida di ogni guerra: “operazioni chirurgiche”, “conflitti
umanitari”, “interventi preventivi”, “lotta al terrore” e
via dicendo. Come ben documentato e riconosciuto, le guerre moderne
hanno come inevitabile effetto collaterale quello di mietere una
maggioranza di vittime civili, motivo già pienamente
sufficiente per dire sempre e comunque: SignorNò!
I diritti d’autore del
volume sono interamente dedicati alla causa di Fernando Eros Caro, un
nativo americano di ascendenza yaqui, anche lui ex marine,
prigioniero ormai da 30 anni in un loculo di un metro e mezzo per
tre, nel braccio della morte californiano di San Quentin.
Ma assieme a Fernando Caro,
gli Stati Uniti “ospitano” nelle loro galere circa 140.000
veterani. Inoltre, si contano mediamente ogni anno 6.200 suicidi di
reduci. È come una guerra nella guerra, che continua pure
fuori dai teatri bellici, una volta tornati in patria: un senzatetto
su tre, infatti, è veterano, per non parlare delle malattie,
spesso mortali, come la cosiddetta Sindrome del Golfo che ha
contagiato 210.000 soldati USA o delle malattie mentali diagnosticate
a circa 300.000 reduci statunitensi di Iraq e Afghanistan.
Ci si augura che questo
libro ed il progetto ad esso collegato possano trovare attenzione e
partecipazione, contribuendo a seminare un po’ di pace in un mondo
sempre più ostaggio di logiche guerrafondaie che sembrano
quasi impossibili da arginare, in un processo di disumanizzazione
globale che si fa tanto più evidente quanto più aumenta
il disinteresse, la rassegnazione e l’abitudine allo stato ormai
permanente di quella che può definirsi “normalità
della guerra”.
La prefazione di questo volume, realizzato e curato assieme a Phil Rushton, ci fu regalata,
un po' di anni addietro, da Margherita Hack ed è ora un grande
piacere poterla riproporre in una versione arricchita e allargata.
Tra gli ospiti di questo viaggio collettivo per “restare umani”
(per citare Arrigoni), ricordiamo Jack Hirschman, Ivo Machado, Igiaba
Scego, Ibrahim Nasrallah, Ferruccio Brugnaro, Beppe Costa, Giancarlo
Cavallo, l'afghano Basir Ahang, l'israeliano druso Naim Araidi, i
palestinesi Mahmoud Darwish, Samih al-Qasim e Ibrahim Nasrallah,
Paul Polansky e tanti/altri/e.
***
PREFAZIONE
PREFAZIONE
Signornò!
È la rivolta al Signorsì, all’obbedienza cieca e
assoluta che si richiede ai militari, e in particolare in guerra, in
omaggio al detto “My country, right or wrong” e in nome dell’amor
patrio si giustificano i più orrendi delitti contro il nemico,
anche se rappresentato da bambini indifesi. E’ una raccolta di
pensieri, di poesie, di sfoghi di militari in guerra, che si
domandano: ma non eravamo noi i buoni, i liberatori, i portatori di
democrazia? Noi che ammazziamo donne ferite, bambini terrorizzati,
immortalati per tutti da quella tragica fotografia della bambina
vietnamita seminuda che scappa piangendo, o dal bambino ebreo con le
braccia alzate prima di essere trascinato nel lager nazista, due
testimonianze di quello che è stato il XX secolo.
È un grido dell’umanità ferita dalla guerra, da questa inutile pazzia dell’umanità esaltata da sempre, come dagli antichi romani: pulcrum et decorum est pro patria mori.
Quando i popoli troveranno il coraggio di rivoltarsi ai loro governi, di gridare uniti Signornò!
Margherita Hack
È un grido dell’umanità ferita dalla guerra, da questa inutile pazzia dell’umanità esaltata da sempre, come dagli antichi romani: pulcrum et decorum est pro patria mori.
Quando i popoli troveranno il coraggio di rivoltarsi ai loro governi, di gridare uniti Signornò!
Margherita Hack
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Uno dei testi dei
Veterani ospitati nell'antologia:
Appunti
per la protesta
dei
veterani contro la guerra
di
Horace
Coleman
Ralph: per quel che concerne
Ralph: per quel che concerne
i
piani per la marcia locale
si
vedano i seguenti punti:
Ho
visto la stanca manifestazione a Washington,
le
facce ardenti dei nostri tristi ragazzi guerrieri
che
lanciavano le loro medaglie al presidente.
Credo
che dovremmo emulare
ma
non copiare, pertanto:
quando
la delegazione arriva
al
campidoglio dello stato
leggete
prima la petizione:
“Non
abbiamo paura di uccidere.
Ci
dispiace di aver assassinato
le
nostre anime. Abbiamo eseguito gli ordini
ma abbiamo imparato a dire NO!
ma abbiamo imparato a dire NO!
Fermatela.
O vi fermeremo noi.
Non
resistete. Non potete fermare
i
fantasmi che siamo diventati”.
Poi,
fa’ che coloro che hanno perso le gambe
si
trascinino in avanti e le ammucchino
in
modo ordinato.
Quindi
fa’ rotolare il teschio
del
tuo migliore amico ucciso
lungo
la navata.
Infine,
fa’ che i ciechi spingano in avanti i tetraplegici
(avranno
coltelli tra i denti da dare ai legislatori
cosicché
possano usarli su loro stessi). Ce ne andiamo.
Se
non li usano
torniamo.
Horace
P.S.
Conserva le istruzioni per i tuoi nipoti. Torneranno utili.
***
Per acquistare online SignorNò: http://www.seamedizioni.it/prodotto/signorno/
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