di Marco Cinque
Questo lavoro di Gabriel Impaglione somiglia
a una sorta di viaggio poetico circolare, dentro e fuori di sé,
preceduto da una dichiarazione d’amore, quella di Giovanna Mulas,
poesia nella poesia che spariglia le scontate e adulanti prefazioni
che troppo spesso siamo costretti a sorbirci o a saltare a pié pari.
La raccolta Arpa a bocca, edita da Book Publishing, è
un susseguirsi di finestre aperte sul mondo, su mondi altri, sul
tempo, sulla parola, sulla verità, sulla menzogna, sulla
storia, sulle menzogne della storia, sul senso, sui sensi, sulle
mille voci del silenzio e si fa sintesi tra filosofia e animismo,
metafora di un respiro resistente che mette in gioco i propri polmoni
per difendere il colibrì dalle fiamme con cui la specie umana sta
dilaniando se stessa e il suo mondo.
Coinvolge il modo in cui
l’autore sa coniugare la passione rivoluzionaria all’amore, senza
nascondere i propri limiti, le proprie cicatrici, tornando alle sue
radici siciliane per farsi attraversare da un sentimento di
appartenenza che non è la stucchevole retorica di patria &
bandiera, ma un luogo indefinito e indefinibile, senza inizio o fine,
come una risacca che torna alla propria onda.
Le poesie di Arpa
a bocca non sono solo segni imprigionati tra i margini di un
foglio ma, come lo stesso marranzano -lo strumento musicale che
evocano-, si fanno al contempo sia suono che ritmo, pentagramma dove
le parole diventano gesti e viceversa. Nessuna distanza sia permessa
tra poesia e vita.
Nascere, vivere, partire, tornare, unire le
sponde dei propri mondi in una consapevolezza dove essere ogni cosa e
dove ogni cosa sia te, per tradurre il mistero senza svelarlo,
smascherare il sicario senza tagliargli la gola, dare un senso alla
scrittura necessaria come il pane e lasciare, parafrasando Ferré,
che “i versi cantino nella testa dei popoli”, al ritmico suono di
un’Arpa a bocca, una nota unica capace di contenere tutte le note.
Grazie Gabriel.
https://www.agbookpublishing.com/product/gabriel-impaglione-arpa-a-bocca/